” In attesa che verifichiamo se sei innocente o colpevole, se fai parte di una “possibile” anche se al quanto improbabile associazione a delinquere finalizzata alla truffa, ed in attesa di procurarci prove necessarie alla fine di provare i nostri “sospetti”, ti mettiamo in galera, per 6 mesi, durante i quali verrai trattata come la peggiore delle criminali, sarai un numero. “
Questa è il trattamento, in parole povere, che è stato riservato ad Ivana Ferrara, Mirco Eusebi, Serenella Pierfederici ed altri “sospettati” di reati che, come abbiamo visto dai documenti prodotti in questo blog, e presentati anche ai giudici precedenti, potevano fin da subito essere messi in forte discussione vista la superficialità con la quale è stato svolto il lavoro di indagini.
Ma intanto le mie rimangono solo parole, parole di protesta per fatti che ormai sono accaduti, che purtroppo non possono essere cancellati, e che hanno segnato in maniera definitiva la vita di queste persone.
Essere privati della libertà, subire la prepotenza di chi non ha svolto il proprio dovere come doveva, come è giusto che sia, come è corretto che sia, è traumatizzante e cambia ogni momento della tua vita, ogni atteggiamento.
La vita è diversa, i colori i suoni, i rapporti con la gente : e molte volte dietro ad un atteggiamento sicuro, dietro ad uno straordinario sorriso o abbraccio caloroso, si nasconde la paura, il terrore che questo abuso, questa violenza ha insinuato nel carattere, nel modo di vivere di queste persone… Di proprio pugno Ivana Ferrara ha buttato giù una lettera, che racconta la sua esperienza nel CARCERE DI PESARO.